NATALE 2015. Invito ad assistere al musical dal titolo “ Natale dell’accoglienza e della fraternità” che i nostri allievi stanno preparando per augurare a tutti di trascorrere Buone Feste donando amore, gioia e bene. Sabato 19 dicembre ore 16.30- Auditorium “Biagio Auricchio”.

11 Dicembre, 2015 Archiviato in News

Ormai il ritorno del freddo e del gelo ci sollecita nel farci  rivivere le emozioni intense destate dal pensiero che vola verso la modesta ma prodigiosa grotta di Betlemme, miracolosamente trasformata in inesauribile  sorgente di amore , tenerezza, pace, bene e misericordia per volere di Gesù nascente. Si intensificano i riti sacri e profani  che, identificando la nostra civiltà millenaria e la nostra storia, ci scuotono a rinascere con Lui nella santa notte di Natale e seguire tutte quelle  virtù e valori che caratterizzano la sacralità della vita e della persona, tra cui la pace e la pacifica convivenza fra popoli diversi, nonostante l’avversione della fanatica follia iconoclasta distruttiva di chi agita il pretesto di una spuria integrazione, invadendo anche la scuola. Intanto in ogni località, in preparazione dell’evento natalizio, ci si industria nel miglior  modo possibile di creare un clima ed uno scenario di portentosa  festa di felicità che, al di là di ogni caratterizzazione religiosa, costituisce  anche per i non cristiani  un momento  di attesa, di gioia e di speranza, vissuto  spiritualmente da ogni persona umana.

Si abbelliscono e decorano vetrine. Si illuminano e ravvivano le strade con caratteristiche luminarie e giochi di luce. Si allestiscono  nei giardini e nelle piazze  spettacolari alberi di Natale sfavillanti, mentre le strade sono invase da  numerose bancarelle colme di doni, che attirano, soprattutto nella nostra Città metropolitana, pacifiche invasioni di turisti e suggestionano i bambini sollecitandoli  a richiederli a Babbo Natale o alla Befana con  la fiabesca letterina di Natale che compilano a scuola.  Nelle chiese e nelle case vengono allestiti presepi ritenuti riserve di valori che  ricordano la nascita di Gesù e nelle case presepi con personaggi tra il sacro ed il profano ed alberi naturali ed artificiali, mentre  per le strade gironzolano paffuti Babbi Natale  e smilze  Befane. Non di rado non mancano i pittoreschi zampognari i quali, con il suono acre delle loro cornamuse, concorrono ad emozionare, arricchire ed animare l’atmosfera meravigliosa che ammalia ed accende la fantasia soprattutto dei bambini e non di meno certamente anche  dei genitori, i quali vengono stimolati a ripercorrere nostalgicamente con la memoria  remota i ricordi giulivi della loro infanzia e le dolci e serene serate  natalizie nella quiete della pace familiare. Tant’è che si impegnano serenamente e con fervore nell’allestire presepi e guarnire l’albero di Natale, facendosi aiutare dai piccoli e divertendosi insieme, allietati talora anche dalle campane che suonano a festa richiamando i fedeli in chiesa per la novena natalizia con la quale si coniugano religiosità, cultura, umanità e sentimenti filantropici, valori essenziali  per la  costruzione  di  un mondo migliore.

In questa  atmosfera, con il musical beneaugurante i piccoli  ci convinceranno che con la festività del Santo Natale credenti e non credenti di buona volontà avvertiamo insieme emozioni e sentimenti che inondano il cuore di gioia mentre la mente  viene illuminata dalla misteriosa luce irradiata dalla dolcezza divina del Bambino nascente nel presepe. Si tratta di fenomeni misteriosi per i quali crediamo che il figlio di Dio ci testimonia ed assicura la Sua presenza nella storia dell’umanità. A  tal proposito, lo stimato, emerito  e vegliardo prof. Aldo Masullo, filosofo attento nella sua speculazione   all’uomo, alla vita  alla sua esperienza ed alla tolleranza, scrive che, se intendiamo Natale come festa del nascere,  e perciò come tale festa dell’umanità,  non  urta la sensibilità di popoli di altre tradizioni popolari.

Del resto, non possiamo non  riflettere che attualmente è in atto una bufera mediatica e politica creata da  uno sparuto manipolo di  dirigenti  scolastici. Si suppone forse perché, infatuati dal ruolo di manager d’azienda, elevati al vertice con preminenza di funzione autoritaria e concentrazione di poteri per effetto della Buona Scuola, si sentono autorizzati  a gestire  inopportunamente e sconvenientemente la discrezionalità di bandire dalla scuola la tradizione dei festeggiamenti natalizi. Non ritengo allora superfluo riportare per contro altare, le equilibrate e lodevoli riflessioni di Rifat Aripen, originario del Bangladesh, coordinatore delle associazioni islamiche del Lazio. Nella sua intervista  apparsa su “La Stampa” , in netto dissenso  con chi intende sottrarre la magica e meravigliosa felicità psicologica e culturale del Natale ai piccoli scolari, i quali  in forza dello sviluppo della loro fase dell’età evolutiva sognano l’universale, senza essere deviati da sofistiche contaminazioni ideologiche strumentalizzanti,  con equilibrate argomentazioni  ecumeniche  ha chiarito che è errore vietare a scuola i canti religiosi di Natale in quanto le tradizionali usanze e le celebrazioni natalizie non possono costituire messaggio diseducativo e negativo. Talché le proprie radici vanno tutelate: l’Islam nutre massimo rispetto verso ebraismo e cristianesimo e non ha nessuna intenzione di opporsi alle feste natalizie. Chi ha le idee chiare rispetta  l’altro, chi è  ignorante non ha rispetto per nessuno. E chiaro e tondo conclude che “il Natale è simbolo di una civiltà prima che di una religione”.

Il Presidente Renzi ammonisce: “Mai rinunciare al Natale!” Con atteggiamenti del genere è impossibile far sviluppare i concetti importanti come l’integrazione e la convivenza. Il dialogo e il confronto sono necessari in questo particolare momento politico.

Il  sottosegretario al MIUR Davide Faraone dal canto suo prende le distanze da tali dirigenti,  affermando eloquentemente che le loro  sono soluzioni di comodo che va in direzione contraria alla cultura sociale. Vietare di festeggiare il Natale a scuola in nome della laicità  per il rispetto  dell’alterità, delle altre religioni è una decisione miope che confonde l’inclusione  e quieto vivere.

Davide Picardo, coordinatore delle associazioni islamiche di Milano, anche lui avvalora il dissenso generale contro chi vuole cancellare ogni iniziativa scolastica che celebra il Natale, quando illuminatamente con profondo spirito religioso  ispirato dal Corano, dice che “ Non è il caso di svuotare la nostra società dalle tradizioni religiose e culturali, bisogna assolutamente preservarle. La celebrazione di feste cristiane non è mai stato un problema  per i musulmani in questo Paese”. Secondo il sottosegretario al MIUR, Angela D’Onghia, “rinnegare le nostre tradizioni non è sicuramente la strada giusta per integrare coloro che hanno altri credi religiosi, che rispettiamo ma che non possono soffocare i nostri. Continuiamo a credere che le differenze costituiscono una ricchezza e non vanno assolutamente rinnegate le nostre tradizioni”. E noi montessoriani ad adiuvandum aggiungiamo che chi baratta senza rispetto lo storico NATALE della immarcescibile teologia cristiana con la “festa d’inverno” del  mitraismo della tramontata mitologia pagana stravolge la sostanza certa e vera del corso  della civiltà.

Del resto, dalla grotta di Betlemme Gesù invita tutti a risvegliare la coscienza per distinguere il bene dal male ed avere fede nella Sua costante presenza. Sta  in mezzo a noi per  liberarci dal male. E’ venuto al mondo per compiere la Sua missione salvifica a condizione però che ci amiamo a vicenda, tutelando  la vita e la dignità di ogni persona, di qualunque fede e cultura, perché tutti figli dell’unico Dio, anche se adorato con nomi diversi, e condanniamo ogni violenza ed ogni forma di terrorismo, rispettando l’ordine dell’universo da Lui creato.

Ora, più che mai, nel clima di rischio e terrore che tiene alta la tensione per improvvisi ed imprevisti attacchi di sanguinari fanatici, tutti gli uomini di ogni cultura e fede abbiamo bisogno di sentirci fratelli e sperare che il Bambino ci risollevi, liberando noi e la civiltà dal rischio, dall’odio, dalla crudeltà e dalla devastazione irrefrenabile di sanguinari carnefici senza fede, eccitati solo  da  falsi, blasfemi e subdoli sentimenti religiosi con cui mimetizzano la loro diabolica sete di sangue umano. Il che fa dire a Papa Francesco che tutto il mondo è in guerra. Una guerra senza giustificazione, gestita da uomini che rifiutano la pace. A lui danno però conforto le comunità arabe in Italia invitando tutti i musulmani, cristiani, ebrei e tutte le religioni a unirsi contro il terrorismo e gli assassini delle religioni e a essere tutti  insieme per il giubileo. Ed  allora come ci spieghiamo l’allarmismo e l’automobilitazione degli “Sceriffi” contro la sorgente della pace, il NATALE di tutti a scuola, che ha la missione  di educare fin dall’infanzia i futuri uomini, cittadini del mondo, a rispettarsi ed amarsi in quanto figli di un unico Padre?

Ci risponderanno, con l’emozionante musical i nostri ingenui ed innocenti bambini. Ci inviteranno a riflettere che le guerre sono maledette, mentre benedetti sono gli uomini che si mobilitano in operatori di pace condannando l’abominevole intolleranza ed il satanico odio per dare tutto lo spazio possibile al trionfo della solidarietà ed alla convivenza civile. Sono questi i valori essenziali dell’umanità che ci vengono proposti dai pastori e dai re magi. Per i quali, uniti insieme dalla forte spiritualità fraterna, che non distingue etnie, caste, ceti, ideologie, privilegi e credenze, andarono a ringraziare il Bambino nella stalla, eletta per sua reggia, per dare un forte esempio di umiltà soprattutto a coloro che si sentono invasati dalla follia dell’onnipotenza che talora incomincia a far subordinare ormai anche nella novellata scuola lo spirito di servizio educativo all’arbitrio del potere quando diventa obnubilante accentratore, offuscato dalla laicità e da motivazioni  di pretestuose strumentalizzazioni di comodo che annientano paradossalmente cultura e civiltà.

Non a caso il Natale di quest’anno cade nel periodo del Giubileo della misericordia.

Qual è il nostro compito? Ce lo indicano i vescovi: agire, tenendo presente che misericordia ed accoglienza devono essere categoricamente ritenute le parole chiave di questo Natale! Esse ci addolciscono così il clima di un incerto Natale con l’aria di festa di umanità e di carità, che dobbiamo alimentare con la comunione di cuori, con la cultura della pace, col dialogo, con la tolleranza e la solidarietà reciproca ed il rispetto del patrimonio della civiltà. Valori universali dei diritti umani questi che coincidono  autonomamente, col più ampio piano antropologico parallelo fin dal lontano 1953, con la poliedrica attività dell’UNESCO, della cui Rete internazionale delle scuole ad essa associate fa parte orgogliosamente questa nostra Istituzione, collaborando nel progetto inteso a rafforzare l’impegno delle nuove generazioni nella promozione della comprensione internazionale e della pace.

Concludo la presente comunicazione caldeggiando l’invito ad intervenire al sorprendente spettacolo col quale i nostri allievi vi apriranno, attraverso la magia della loro creatività artistica, l’orizzonte natalizio e del nuovo anno con serenità e gioia, sincere ed affettuose. Vi augureranno, con il massimo entusiasmo, di godere con amore e tenerezza il Natale  e le Festività con la prospettiva di un Anno nuovo, ricco di soddisfazione, benessere, prosperità, solidarietà ed accoglienza e felice realizzazione dei vostri ambiti desideri e sogni. Da parte mia e del Consiglio di Amministrazione esprimiamo i più fervidi auguri di Buone Feste a tutti i nostri Allievi, Genitori, Amici dell’Istituto, al Personale docente ed a quello non docente, alle bravissime Cuoche, agli Autisti, ai Volontari dell’EDUFORM ed a quanti altri ci aiutano a realizzare, in maniera sempre più efficace, la nostra attività educativa e formativa in piena risposta alla qualità attesa. L’incontro sarà anche addolcito dalla degustazione delle tipiche leccornie natalizie create dai nostri allievi chef.

Il Dirigente Scolastico

Alessandro Scognamiglio

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