Carnevale confermato maestro d’integrazione culturale e religiosa in quest’Istituto perché insegna a vedere e trattare in allegria ogni uomo come il proprio fratello. mediante la pratica moderatamente bizzarra della cultura del dialogo gioioso e della convivenza solidale, sarà da noi festeggiato quest’anno con maggiore solennità per l’evento storico col quale è stato ufficialmente insignito del massimo titolo nazionale che riconosce ufficialmente il suo supremo valore culturale e educativo. INVITO ad assistere alla manifestazione folclorica ed alla sfilata delle mascherine. Sabato 10 febbraio 2018 -alle ore 10.00 – Auditorio multimediale “Biagio Auricchio” e piazzale dell’Istituto

6 Febbraio, 2018 Archiviato in News

Con un eccezionale tripudio  festoso i nostri allievi, dal più piccolo della scuola dell’infanzia al più grande degli istituti superiori, accoglieranno irrefrenabili il  maestro Carnevale,  ormai  orgoglioso , trionfante,  borioso, spaccone   e millantatore, per festeggiare con felicità esilarante e scherzi divertenti  la sua straordinaria  e stupefacente promozione, nel novembre scorso, insieme a tutti gli altri carnevali sconosciuti, dopo un lungo itinerario legislativo, a Patrimonio culturale  italiano dal nostro Parlamento. I motivi dell’alto riconoscimento, spiega la vicepresidente del Senato  Di Giorgi, sono da individuare nel fatto che i carnevali italiani sono un  bene culturale nazionale che trasmettono valori importanti anche nel senso di integrazione e lotta al disagio sociale. La  senatrice Manuela Granaiola  aggiunge che il carnevale non è uno scherzo ma un insieme di arte, cultura, musica, danza spettacolo ,ingegno, creatività, In tutti i carnevali ci sono tutte le arti ed è di fondamentale importanza perché è una risorsa turistica ed economica. Naturalmente, non confondiamo la qualificazione nazionale con quella suprema che  l’UNESCO attribuisce con l’inclusione  nella  sua lista del  patrimonio immateriale dell’umanità ( in cui sono compresi, ad esempio, il carnevale di Venezia, di Viareggio, ecc.). Talché consideriamo il carnevale nella sua accezione universale come la festa più gradita dai bambini in quanto consente loro di travestirsi e di divertirsi nel rispetto del comportamento  civile , della  legalità, dei valori etici, soprattutto quello  della vita, che è sacra e inviolabile, e perciò da preservare e consolidare mediante la cultura della convivenza comunitaria e solidale, del dialogo, della tolleranza e dell’amore reciproco. In questo quadro, il maestro Carnevale terrà la sua lezione di base contro l’emergenza terrificante creata dalla violenza gratuita minorile che sta avvelenando il territorio, non solo metropolitano. Si tratterà del rispetto reciproco, dell’etica, dei principi e regole della responsabilità, del senso relazionale e della sacralità della persona per una pacifica convivenza. Si valuteranno le disponibilità da mobilitare per contrastare la devianza, la delinquenza, il vandalismo, le rapine, le aggressioni. Inoltre. si  stimeranno le strategie per contestare il silenzio omertoso, l’indifferenza e tutto ciò che minimizza le violenze delle baby gang. Comunque, alla luce della logica della nostra filosofia pedagogica  montessoriana, che ci  ispira a porre al centro di ogni manifestazione i bambini, riteniamo che il carnevale ci offre  una delle più precoci opportunità per prevenire ogni rischio deviante fin dalla più tenera età, coinvolgendoli costruttivamente da protagonisti nell’evento in quanto piace loro travestirsi e mascherarsi. Infatti, la psicologia dell’età evolutiva insegna che i bambini, fin dall’età della scuola dell’infanzia, sono attivi e curiosi: vogliono conoscere, capire  la realtà per smontarla e modificarla. Pertanto, mobilitano ininterrottamente le loro capacità rappresentative, cognitive ed operative. Motivo per cui ogni impedimento alle loro fantasticherie crea in loro rimozioni e complessi di frustrazioni deleterie che compromettono il normale e regolare sviluppo della personalità. Autorevoli  psicologi ci insegnano che nei bambini  cognizione, emozioni, motivazioni e comportamenti interagiscono incessantemente con determinismo reciproco. Pertanto, nessuno di questi quattro aspetti della personalità agisce indipendentemente ed autonomamente. In questo quadro, si spiega chiaramente la reazione alla frustrazione di cui sopra, che si traduce nello sforzo di evitare l’impedimento per appagare il bisogno rimosso, ossia le aspettative del soggetto. Questo determinismo strutturale di equilibrio reciproco biopsichico si instaura anche nei rapporti autonomi interpersonali mediante informazioni di ritorno reciproche con cui ognuno, mediante lo scambio, costruisce conoscenze, abilità e atteggiamenti utilizzando il gioco, l’esplorazione e l’interazione sociale. Orbene, già gli Orientamenti per le scuole dell’infanzia, stranamente sostituiti dalle  Indicazioni Nazionali, suggerivano di privilegiare, nel processo di sviluppo e maturazione, la partecipazione  attiva da protagonisti dei bambini dai tre a sei anni,  facendoli operare sulla capacità di rappresentazione fantastica, sull’identificazione con certi personaggi e modelli, nonché sul fascino del magico e dell’ignoto,  in considerazione del fatto che i piccoli non riescono  a distinguere la realtà concreta e ciò che immaginano in quanto per loro i confini tra realtà e fantasia sono labili. Confondono eventi immaginati con i fatti della realtà effettuale. Purtroppo, questa difficoltà di discriminazione spesso approda nella situazione ambigua che genera facilmente sconvolgimento, nel senso che la fantasia viene considerata  realtà e questa trasformata in fantasia. Sono  meccanismi emotivi e cognitivi questi, stimolati nel bambino dall’attività fantastica e dalla tendenza a farsi affascinare dal magico e dall’ignoto, che  spronano il suo processo di sviluppo e di maturazione. In  effetti negli anni della seconda infanzia i bambini,  poiché non  hanno ancora maturato  un’opportuna capacità di  autovalutarsi,  assimilano la realtà esterna a stessi  e se stessi alla realtà esterna, mediante comportamenti di tipo magico, animistico, antropomorfico e realistico.

Orbene, ribadisco ulteriormente che le presenti argomentazioni d’ordine concettuale, che traggono la certezza della loro essenza dalle scoperte scientifiche in atto sui processi dinamici dello sviluppo psicointellettuale del bambino, a  partire dalle capacità di base, si compendiano nell’esigenza naturale di rispettare e promuovere l’attività ludica del bambino che gli consente di fare serenamente esperienze dirette di autoformazione, impegnando le personali doti native. C.G. Jung addirittura afferma drasticamente che il gioco fa parte dell’inconscio collettivo: è dentro il cervello umano come il bisogno di mangiare, amare, godere, soffrire, ecc. Tutto sommato, il gioco è indispensabile per consentire al bambino di crescere e maturare saldamente  in ottima forma fisica, mentale e psichica, preparandosi e adattandosi armonicamente alla  mutevole realtà socio-culturale della vita quando sarà adulto. Ed i risultati lusinghieri si faranno apprezzare solo se la scuola gli avrà consentito di imparare operando come se giocasse. E’ un’attività seria e misteriosa, motivo per cui non si lascia facilmente interpretare, soprattutto quando il bambino gioca magicamente mediante il travestimento per appagare frustrazioni e desideri che  non può soddisfare nella realtà. Pertanto, la trasfigura simbolicamente e rappresentativamente connotandola  con contenuti affettivi. E noi montessoriani siamo impegnati nell’assicurare ad ogni bambino il diritto al giuoco che la situazione socio-ambientale di oggi purtroppo gli restringe o addirittura  gli nega. Allora,  come ci insegna la Montessori,  noi  fedeli suoi discepoli lasciamo libero il bimbo di svilupparsi felicemente come è libero il treno di correre sui binari. Alla luce di quanto considerato, la festività del carnevale si offre come occasione educativa propizia che offriamo ai bambini di divertirsi serenamente soprattutto mediante il  mascheramento ed il travestimento, dando ad ognuno la possibilità e l’aiuto operativo di impegnare lo spirito di iniziativa, di scelta, di versatilità per modellare e controllare il mondo esterno, ricreandolo liberamente in una nuova realtà immaginaria, riprodotta e trasformata con esiti promotori dell’esperienza personale interiore che si sintonizza simultaneamente con quella esteriore della partecipazione sociale e collettiva, realizzando l’armonico sviluppo delle proprie capacità. Sicché,  il travestimento è per il bambino il giuoco simbolico più  preferito in quanto gli consente di rivelare ciò che vorrebbe essere, di conciliare le sue tendenze contraddittorie, di esorcizzare frustrazioni, incubi ed ansie, di rasserenare le sue emozioni negative, di soddisfare bisogni e desideri irrealizzabili rimossi nell’inconscio, celando  e mutando la propria identità, immedesimandosi nel personaggio che sogna diventare. Insomma, col travestimento, costruendo intorno a sé un mondo irreale, magico e fiabesco, ciascun bambino esprime, nutre e  muta emozioni e sentimenti contraddittori e conflittuali che lo aiutano a conquistare la propria autostima, autonomia e indipendenza. Nel contempo viene messo in condizione di rivelare le sue tendenze , di incominciare  a disciplinarle man mano che sviluppa il pensiero razionale, astratto e scientifico abilitandolo a discriminare le rappresentazioni logiche, concrete . fantasmi, immagini e finzioni di mondi irreali. In buona sostanza, durante gli anni di frequenza della scuola dell’infanzia, il bambino passa dagli atti di intelligenza percettivo-motoria, che opera nella presenza degli oggetti, a quella rappresentativa,  che opera nella  loro assenza. Intanto, si consolida così la capacità di rappresentazione fantastica; si rinvigorisce l’inclinazione ad identificarsi con i vagheggiati preferiti personaggi e modelli, che stuzzicano la sensibilità  e catturano i sentimenti col fascino del magico  e dell’ignoto. Ed ecco spiegata la necessità del travestimento. La trascuratezza,  il differimento  e la contrarietà dei genitori devono essere pertanto evitati perché possono creare danni all’armonico e normale sviluppo. Ed allora,  per consentire ai piccoli  di realizzarsi fantasticamente appagando la propria autostima, è importante  che liberamente scelgano  loro il costume  che  li fa anche suggestionare per gli  applausi  durante la  sfilata  e per i complimenti da parte di chi li ammira nel corso della giornata. Comunque, fin da questi giorni bambini, ragazzi e giovani  stanno operando insieme alacremente e cooperativamente,  con armonico motivato interesse e buonumore, nel trasformare i locali scolastici in pittoreschi e stimolanti  scenari dove spiccano, fra l’altro, maschere e creazioni bizzarre,  metafore e messaggi visivi che esaltano il valore morale, culturale, sociale e civile del tradizionale  evento scherzoso che dona sollievo al mondo.

Ad addolcire  il gusto provvederanno gli allievi dell’Alberghiero.

Il Dirigente Scolastico

Alessandro Scognamiglio

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