Torna all’Istituto Montessori l’affascinante e gioiosa celebrazione del PI DAY per la lotta contro l’analfabetismo matematico, in un clima di ridefinizione comunitaria e solidaristica unescana della Matematica, regina delle scienze. Invito alla sorprendente manifestazione culturale, allietata con agape e dimostrazione operativa, che si svolgerà mercoledì 14 marzo, ore 10.00, nell’Auditorio Multimediale “Biagio Auricchio”.

8 Marzo, 2018 Archiviato in News

Tutti gli allievi che frequentano le scuole del primo ciclo d’istruzione di quest’Istituto, trasformati in piccoli zelanti matematici, coordinati dai compagni più grandi,aspiranti pasticcieri dell’Alberghiero, e col contributo operativo delle famiglie, attendono festosi gli ospiti a scuola. L’hanno all’uopo mutata in laboratorio e salotto della torta, per far loro gustare in un’atmosfera euforica ed effervescente la matematica, depurata da ogni  ingiusta disgustosa amarezza, in quanto trasformata e resa deliziosa in tanti dolci, in formato geometrico e decorati con formule e simboli numerici, suggestionanti e sorprendenti per le piacevoli e gustose metafore che veicolano, intese a cancellare i malevoli ed infondati pregiudizi radicati nel senso comune che fanno nutrire antipatia per la matematica. Intendono così festeggiare con affascinante euforia l’annuale tappa del lusinghiero itinerario di contrasto all’amarezza pregiudizievole, riottosamente radicata nel pensiero volgare della società culturalmente arretrata che, snaturando il valore educativo, formativo e scientifico della matematica, induce gli studenti ad odiarla,trascurarla ed a considerarla ripugnante e indigesta.Tant’è vero che le statistiche  dell’OCSE pongono in evidenza il rischio causato dalle carenze e  deficienze  della disciplina che declassificano in coda alla graduatoria di merito l’analfabetismo matematico di tante scuole italiane, che sarebbe stabilizzato addirittura all’80%. Ebbene, i nostri allievi, per non essere suggestionati dal pauroso fenomeno del contagio, che deprime l’autostima, scoraggia l’autorealizzazione e soffoca la maturazione, consapevoli che la matematica a torto viene deprezzata perché ritenuta difficile, sensibilizzati dai nostri docenti, maturano la coscienza che deve riconquistare nella realtà odierna il suo essenziale e imprescindibile ruolo di disciplina piacevole, facile e necessaria, che mobilita e corrobora indiscutibilmente ad affrontare con successo il mondo scientifico, economico, tecnologico dell’informazione e della comunicazione, nonché della vita politica  e sociale.  In modo particolare, l’UNESCO, della cui Rete delle Scuole Associate è Membro quest’Istituzione, ci incoraggia a diffondere a livello globale la convinzione che  essa è imprescindibile nel calcolare con stime numeriche il cambiamento climatico, a controllare la biodiversità, a prevenire lo scioglimento dei ghiacciai, prevedere i terremoti ed a superare tante altre sfide per raggiungere gli obiettivi del millennio, tra cui la salute, l’ambiente, l’energia e lo sviluppo. Con la festa del PI DAY i nostri diligenti allievi intendono pertanto contribuire con quanti hanno intrapreso la rivoluzione armoniosa finalizzata a respingere e riscattarsi dalla falsa accusa secondo la quale non tutti i ragazzi sono portati per la matematica, obiettando che per loro essa non richiede nessun’attitudine o talento eccezionale in quanto è innata in tutti. uQuesta convinzione è confermata dal noto studioso neuropsicologo Brian Butterworth, fondatore della Neuroscienza dell’educazione e della rivista Mathematical Cognition, il quale ha scoperto che nella mente umana esiste dalla nascita un modulo numerico che classifica la realtà in termini di quantità numerica con modalità automatica. Pertanto,dimostreranno che l’insuccesso nell’apprendimento della matematica non deve essere imputato a loro, perché non è di natura ontogenetica in quanto nutrono interesse se vengono dimostrati loro gli errori che ne ostacolano l’apprendimento ed  esaltati per i  successi che ne spronano l’amore. Respingono la didattica trasmissiva e nozionistica generalizzata che non assicura la gradualità e l’interconnessione. Essendo vivaci ed attivi, desiderano essere aiutati a scoprire e non subire passivamente l’epistemologia, la sua natura, i suoi limiti, le sue funzioni logiche e concrete e le sue connessioni con le altre discipline. Insomma, bramano vederla, manipolarla e gustarla nella sua natura di oggetto di interesse intellettuale e non ingoiarla, meccanicamente somministrata, mediante l’insegnamento mortificante e paradigmatico.Ecco perché, festeggiandola figuratamente, simbolicamente e concretamente in un’atmosfera sociale e cooperativa, allegra e piacevole, ludico-operativa, i ragazzi assaggeranno e offriranno dolci e torte per dimostrare che tutti indistintamente non odiano la matematica, ma ne sono immensamente golosi, confutando così il pregiudizio secondo il quale solo alcuni bambini fortunati avrebbero una mente matematica. Dimostreranno che tutti desiderano nutrirsi della stessa come dolce gradito, portatore di benessere individuale e sociale in quanto, pur essendo formata da concetti, fa cogliere con gusto, gioia e soddisfazione l’essenziale e il costante degli oggetti per capire il mondo con certezza esatta. Su questa linea, alcuni allievi della scuola media, assistiti dai docenti Fusco G., Melillo A. e D’Ambrosio C., dimostreranno ludicamente ai più piccoli della primaria, con procedimenti progressivi e tecniche pratiche e concrete, come hanno approcciato, scoperto ed appreso autonomamente da soli facilmente i concetti della matematica come scienza viva, adottando criteri e modalità del mutuo apprendimento e del problem solving cooperativo, motivati e spinti dal desiderio di autoapprendere in situazioni reali. Spiegheranno che sono stati resi edotti dall’insegnamento dei nostri docenti  secondo i quali è controproducente il ricorso allo stereotipo maldestro criterio di usare l’alunno per svolgere il programma e non questo per svolgere l’alunno. M. Montessori, già prima delle recenti scoperte scientifiche sul rapportto cervello-mente  aveva scoperto  che tutti i bambini nel cervello hanno una base pre-verbale, su cui possono costruire e sviluppare le strutture logiche solo se s’inviano al cervello stimoli di tipo percettivo-motori. Pertanto non comprendono la matematica se viene insegnata con didattica verbalistica e linguistico-simbolica, astratta in formule, dalla realtà. Dunque, i piccoli docenti della media faranno comprendere ai loro piccolissimi allievi della primaria che, come insegna la Montessori nella Psicogeometria, a proposito del teorema di Pitagora, la loro mente è per natura attiva ed aperta, motivo per cui essi desiderano che la scuola sposti l’improduttivo unilaterale baricentro magistrocentrico, creando le condizioni basilari puerocentriche affinché le cose concrete, mediante le mani, stimolino ed attivino  direttamente e contemporaneamente insieme l’area  geometrico-percettiva e quella simbolico-linguistica, utilizzando la didattica del fare, in maniera che l’apprendimento della matematica sia finalizzato a produrre la coscienza di se stessa, mentre sviluppa in chi l’apprende la fiducia in sé e l’autostima. Talché non si insegna con le regole del metodo assiomatico e deduttivo, fondato sulla memoria che demotiva e disaffeziona. Deve partire dalle cose e particolarmente dai prerequisiti come la conoscenza  delle figure geometriche, delle proprietà topologiche, della corrispondenza  biunivoca e poi passare ai singoli numeri. Pertanto, essi esporranno i materiali di sviluppo con i quali scoprire e utilizzare la realtà, ossia le aste colorate, le perle colorate, barrette di perle, telai, pallottoliere, tavole dei numeri, incastri, blocchi logici ed altro materiale per le attività che stimolano a fare da soli la ricerca e l’autocorrezione. Sono materiali di apprendimento questi che, mediante la ricerca sperimentale, valorizzano l’individualità, le risorse e le potenzialità di ciascuno,  stimolandone l’impegno a trasformare realmente le conoscenze e le abilità acquisite in competenze, mediante l’esercizio del protagonismo cognitivo.

Ebbene, a conclusione di queste mie considerazioni consentitemi di rivolgere  alle maestre della nostra scuola dell’infanzia il dovuto compiacimento perché montessorianamente curano che  già dalla seconda fase dell’età evolutiva tutti i bambini da soli scoprano  i requisiti prematematici di base, soprattutto mediante schede creative personalizzate, giochi di orientamento spaziale e quant’altro stimola la loro curiosità, oltre i materiali di sviluppo suaccennati.

Il Dirigente Scolastico

Alessandro Scognamiglio

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