Il 25 gennaio 2019, alle ore 10.00, i nostri allievi si confronteranno con efficace cooperazione interattiva di contributi di ricerca nell’auditorio multimediale “Biagio Auricchio”, per commemorare il giorno della Shoah, rinnovando il ricordo della catastrofe ossia dello sterminio scientifico degli Ebrei vittime del genocidio nazista perché Hitler li odiava, ritenendo l’ebraismo mondiale fenomeno mortale per la razza pura tedesca e quindi da eliminare con la pulizia etnica, mediante una tragica Soluzione Finale del loro problema esistenziale, attivata crudelmente soprattutto nei 48 campi di concentramento e di sterminio. Al termine irromperà sulla scena un gruppo ambizioso, esuberante ed impaziente di allievi del 1^ ciclo, bramosi di raccontarvi e mostrarvi il trofeo del Magen David (la stella a sei punte simbolo degli ebrei) nella qualità di vincitori del concorso “Io non dimentico 2019”, bandito dalla fondazione di rilievo internazionale Valenzi di Napoli.

17 Gennaio, 2019 Archiviato in News

La cerimonia finalizzata a non dimenticare l’orrore storico ed a prevenire ogni maledetto rigurgito di analoghi genocidi, prenderà il via dall’interpretazione dei nostri allievi, protagonisti dell’evento, della croce uncinata ossia dalla svastica che caratterizzava la bandiera del partito nazionalsocialista tedesco arrivato al potere nel 1939. Essa, estorta alla tradizione enfatica degli antichi ariani, fu adottata quale emblema del rigetto della democrazia tedesca ed elevata a simbolo del nazismo devastante e travolgente con feroce brama di imporre la supremazia della purezza della discussa razza ariana mediante la pulizia etnica, concepita dalla tirannide ideologica delirante, esposta da Hitler nel Mein Kampf (La mia battaglia), il libro sacro del nazismo, pubblicato nel 1939. In esso concentra l’essenza della sua assetata spregiudicatezza terroristica, alimentata dalla follia di massacrare con sterminio terrificante, eseguito con barbarie e disumanità, le razze inferiori per il trionfo di quella ariana del pangermanesimo più forte delle altre, con lo Stato totalitario per il quale vigilava la Gestapo ossia la sanguinaria polizia secreta. Per il Fuhrer, cioè condottiero così si faceva chiamare Hitler per antonomasia, intrisa nel culto della personalità, lo Stato tedesco era l’unico che possedeva la purezza del sangue che gli confermava la superiorità isterica e delirante, nella sadica sottomissione e predominio con forza, violenza e orrore sugli altri popoli, ritenuti inferiori. Talché gli impedivano di espandersi consolidando il potere e soprattutto lo spazio vitale dell’est europeo col relativo dominio, basato sull’odio nella realizzazione dell’inesorabile imperialismo espansionistico. coonestato spudoratamente con le leggi razziali, emanate dai nazisti a Norimberga nel 1935 e decreti successivi con i quali agli ebrei, agli slavi e minoranze etniche in Germania venne revocato fra l’altro ogni diritto giuridico e civile con l’esclusione da ogni carica e funzione pubblica e annullata la cittadinanza, con limitazioni della vita. Ai bambini fu vietata la frequenza delle scuole pubbliche. Perseguitare gli Ebrei per arginare la loro espansione divenne quindi un dovere per legge. Ad aggravare la situazione, traducendola in tragedia infernale, intervenne l’assassinio di un diplomatico tedesco in Francia, da parte di un giovane ebreo la notte del 10 novembre 1938, tramandata dalla storia col nome della Notte dei Cristalli. Fu l’inizio che scatenò ed alimentò progressivamente il terrore ed il genocidio praticato con infernali violenze senza freni.  La folla, incitata e aizzata da gerarchi nazisti, si abbandonò a Berlino in feroci rappresaglie contro il nemico interno ebreo, incendiando abitazioni e sinagoghe, devastando e saccheggiando negozi con vetri in frantumi ed assassinando numerosi ebrei. Incominciarono così la deportazione in massa, la persecuzione atroce ed il satanico massacro allargato all’Europa dell’est nei tre lager principali e nei quarantacinque sottocampi di concentramento e di sterminio scientifico. Ghetti ricordati nella storia come fabbriche della morte, dove si straziavano i deportati con sataniche pratiche di crudeltà scientifica, generate dai disegni paranoici di medici carnefici, contagiati dalla brama psicopatica hitleriana di martoriare barbaramente le vittime, impiegando tecnologie e riciclaggi di organi e pelle per rivestire i libri, fucilazioni, forni crematori e camere a gas. Ebbene, il numero dei torturati e fatti morire con strazi e barbarie da assassini senza cuore, tali da farci intimorire e sconvolgere, non furono solo i cinque milioni di Ebrei soppressi, di cui un milione e mezzo addirittura bambini innocenti. Furono massacrati con freddo cinismo migliaia di Testimoni di Geova, slavi, zingari, omosessuali, comunisti, disabili e debilitati fisici e psichici. Naturalmente, non erano esclusi tutti gli altri popoli ritenuti inferiori e perciò da soggiogare con la forza per sottrarre loro lo Spazio Vitale nell’espansione territoriale e completare così l’asservimento e la  pulizia etnica della feccia  sociale degli schiavi nati, fino all’estinzione con la Soluzione Finale, troncata provvidenzialmente il 27 gennaio del 1945 allorché le truppe dell’Armata Rossa  occuparono la Polonia ed invasero  il campo di concentramento di Auschwitz, il massimo lager fabbrica dei più crudeli assassini della storia. Ebbene, a questo punto lascio la parola ai nostri allievi i quali in questi giorni, sotto la guida premurosa dei docenti, stanno approfondendo lo studio e l’analisi delle varie fonti storiche per analizzare con spirito critico ed etico cause, fattori e conseguenze delle diaboliche ideologie omologanti del genocidio scatenato dal satanico totalitarismo xenofobo e sanguinario del nazifascismo. Lo stanno confrontando con i primi cinquantaquattro articoli della nostra Carta Costituzionale democratica e repubblicana e con la Dichiarazione Universale dei diritti umani e Risoluzioni internazionali successive, da dove attingono l’abissale distanza e contrasto fra la dottrina della supremazia, della violenza, del disprezzo dei diritti umani e della pari opportunità, predicata e praticata con orribile genocidio, ed i valori e principi che sanciscono il rispetto etico e giuridico dei diritti civili, sociali e politici, nonché quelli alla vita ed alla libertà e via discorrendo, senza distinzione ideologiche relative alla razza, al sesso, alla religione ed al multiculturalismo. Per tutto ciò il Giorno della Memoria, che si celebra in Italia per legge fin dal 2000,  non può essere assimilato ad un formale e rituale anniversario. Con riflessione e dibattito i nostri allievi, alla luce delle  conquiste umanitarie pacifiche della nostra attuale  democrazia, ci dimostreranno che è necessaria e doverosa l’educazione alla  Memoria dell’Olocausto perché ci insegna a preservarne ed a mantenerne il ricordo attivo, saldando nella coscienza la sollecitazione a prevenire ed impedire responsabilmente che si ripetano aberrazioni, stermini, catastrofi e tragedie del genere, che minano la libertà, la dignità, la sacralità della persona umana e la pacifica convivenza attuale e futura. Talché la scuola ha il dovere di non far dimenticare alle nuove generazioni che devono salvaguardare la nostra umanità e che la speranza della pace non abbia mai fine, ripudiando l’odio e la paura, la sopraffazione e l’egoismo dell’uomo lupo per l’altro uomo, rilevati da T. Hobbes. Ed allora i nostri studenti nel dibattito evidenzieranno che, stimolati dai docenti, sono mobilitati a seguire l’insegnamento di E. Fromm, il quale nel libro dell’Anatomia della distruttività umana ci sprona a lottare e controllare decisamente l’impulso malvagio, le pulsioni ed il sadismo perverso e feroce, mobilitando i sentimenti positivi e la ragione contro la logica della morte, in pace ed in guerra, per salvare incessantemente le generazioni dal rischio di ogni flagello. Si tratta di assicurare la sopravvivenza della razza umana in quanto nessun popolo può avere il dominio su un altro. anche perché la tragedia si ritorce per nemesi anche sull’aggressore. La Memoria ne è la prova evidente. Infatti, Hitler fu anch’egli vittima schiacciata dal suo mostruoso delirante sterminio della Soluzione Finale perché fu lui stesso che provocò la disintegrazione del terzo Reich ed il suo suicidio nel bunker di Berlino il 30 aprile del 1935. Il dibattito terminerà con l’auspicio di G. Orwell secondo il quale dobbiamo tutti sempre impegnarci affinché non si avveri l’eventualità che la pace sia guerra e che l’ignoranza sia il potere.

Ebbene, i nostri allievi del primo ciclo, grazie all’educazione avuta in famiglia, continuata progressivamente dalla scuola dell’infanzia, dalla primaria e dalla secondaria di 1^ grado, stanno maturando la competenza generale di soggetti liberi, responsabili ed attivamente consapevoli. Coscienti di sé, della vita della comunità locale, nazionale e internazionale, storica e attuale, sotto la guida dei docenti e particolarmente della prof.ssa Veronica Buccolo, referente tecnica, si sono impegnati nel concorso “Io non dimentico”, bandito nell’ambito delle iniziative organizzate per celebrare la Giornata della Memoria dalla Fondazione VALENZI. Mobilitando le funzioni del loro fruttuoso intelletto e mente ancora tenera, in armonia con quelle emotive, motivazionali e comportamentali i nostri ragazzi hanno setacciato la letteratura del nazismo, studiando profondamente le cause e le conseguenze dell’antisemitismo. Su questa via si sono ingegnati diligentemente nell’ideare, progettare e realizzare un video sulla storia e sulla necessità di non dimenticare il genocidio della Shoah, rispettando le virtù fondamentali della vita democratica. Ed ecco che il 14 gennaio, alle ore 16.00, è pervenuto il meraviglioso messaggio di posta certificata da dove, fra l’altro, enucleo: Siamo lieti di comunicarvi che, all’esito delle valutazioni espresse dalla Commissione di esperti, il vostro istituto è risultato vincitore del concorso “Io non dimentico” -seconda edizione- anno scolastico 2018/2019, iniziativa organizzata nell’ambito della “Giornata della Memoria”. La cerimonia della consegna del premio si svolgerà presso il teatro Trianon di Napoli, alle ore 9.30 del giorno 28 gennaio 2019. La provvidenziale e stupefacente vittoria ha creato un’incontenibile gioia nei cuori già turbati dalla risonanza angosciosa delle terribili sofferenze inferte soprattutto a bambini e ammalati dalla bufera della peste nazista. Ha irradiato un’atmosfera di serenità che ha dissipato ansia e malumore risvegliando la coscienza ipnotizzata dall’ottundimento del genocidio e facendo esplodere la speranza della rinascita etica al rispetto della tolleranza e della libertà sociale e civile, con le quali i nostri allievi sono decisi ad infervorare l’umanità a difendere la vita, senza remore e riserve, inducendo ognuno al bene dell’altro mediante la carità feconda ed operosa, secondo le modalità che illustreranno col video.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

Prof.Dott. ALESSANDRO SCOGNAMIGLIO

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