Carnevale anche quest’anno salirà in cattedra all’Istituto Montessori per svolgere l’annuale lectio magistralis psico-pedagogica, scientificamente fondata ed eticamente edificante in funzione sociale. Coerentemente, pertanto, essa avrà per argomento una sentenza di Orazio, tratta dalle satire Est modus in rebus, sunt certi denique fines, quos ultra citraque, nequit consistere rectum ( V’è una misura nelle cose, vi sono precisi confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto). Dimostrerà che con la sua festività invita soprattutto a regolare e governare la parodia, un’arma letteraria pericolosa per la sua ambivalenza. Svelerà che, con la sua saggia moderazione, aborrisce ogni sentimento negativo, banale, ambiguo, aggressivo, violento, deviante, irresponsabile ed irrazionale di assoluta licenziosità permissiva, perché sono in contrasto con la struttura del suo sistema equilibrato sociale, emotivo, relazionale ed affettivo che lo identifica e caratterizza per la sua natura di amplificatore di libertà culturale, mediante la quale accende lo spirito aggregativo, che unisce le masse con modalità ludiche, gioiose divertenti, ricreative e distensive, sarcastiche e satiriche, per gestire i conflitti inconsci, esorcizzandoli e scoprendone la carica positiva, generatrice di felicità, con l’avvertenza che ogni eccesso non fa mai bene. Seguirà la sfilata delle mascherine, mentre gli allievi dell’alberghiero addolciranno la festa con squisitezze della tradizione golosa vesuviana.

21 Febbraio, 2019 Archiviato in News

Vi attendiamo tutti venerdì 1° marzo 2019, alle ore 10,00, nell’auditorium “Biagio Auricchio” dove, illuminati dall’aforisma satirico di Seneca “Una volta all’anno è lecito far pazzia ossia uscire da se stessi”, ammirerete i nostri allievi mascherati e travestiti che si sentiranno diversi, identificandosi col personaggio preferito sotto la guida di Carnevale, ormai diventato buono dopo secoli di squilibrio e demenza fin da prima dell’impero romano il quale, col racconto della sua storia, intende impedire loro di cascare nell’avidità di piaceri sfrenati e profusioni folli, affinché con equilibrata vivacità esilarante possano stimolare l’effervescenza collettiva ad esorcizzare insieme a loro le rimozioni negative della psiche, contagiando anche gli adulti ad immaginare chi vorrebbero simbolicamente essere in quel giorno.

Quindi, Carnevale verrà per aiutarci a capire la sua natura e le dinamiche delle sue caratteristiche divertenti ed altruistiche, maturate nei secoli superando il diabolico paganesimo vendicativo dei sottomessi contro i superiori che venivano addirittura malmenati con bastoni e presi a sassate, con l’intento di stravolgerne la personalità. Con la conversione al cristianesimo in prossimità della Pasqua  cambia quindi il rituale tragico e sacrificale in commedia dell’arte, alla luce della quale da abile attore, satirico e comico fornirà a tutti noi spunti di riflessioni con modalità e suggerimenti per assicurarci con l’allegria, per qualche giorno, la gioia e la pace dell’animo, liberandoci da situazioni di malessere psicofisico, conflitti, tensioni e frustrazioni, umori dispiacevoli e ripugnanti, incapacità di realizzare aspirazioni, di rimuovere e liberarci di tutto un complesso e bisogni che covano nell’intimo dell’inconscio e tanti altri fenomeni di ambizioni, insoddisfazioni, aspettazioni sociali, restrizioni, insuccessi e via discorrendo, che impediscono il benessere, la felicità, il piacere e bisogni gradevoli, psicologici ed esistenziali. Coinvolgendoci in massa, ci metterà in grado di rasserenarci con l’allegria ricreativa di carri allegorici fantasticamente sofisticati e significativi di ilarità, canti, danze e sfilate, condite dalla cultura della socialità e solidarietà, scongiurando ogni deriva stereotipata della maldestra funzione della parodia che, utilizzata dagli sprovveduti esaltati, sfocia in dannosi e stravolgenti atteggiamenti che violano le leggi morali e sociali, in quanto camuffati da maschere e travestimenti inadeguati. Talché, il divertimento, per essere benefico, ha bisogno di adeguarsi alla deontologia che aziona il freno all’intolleranza di ogni perversa istintiva disubbidienza e conflitto con la realtà sociale. Insomma, occorre evitare ogni tentativo di disordine reattivo, attivando la coscienza dei valori. In altri termini, la festa avventata non deve straripare in reazioni esplosive e devastanti con meccanismi sadici, vendicativi e sconvolgenti. Carnevale assicurerà che la sua festa viene non per rinforzare tensioni e turbamenti che ci assillano, ma per controllarli, affievolirli, dissolverli e ridurli, secondo le capacità individuali, assumendo gli atteggiamenti simbolici dell’evasione dalle abitudini della vita mediante trasferimento dell’io nel personaggio ideale, con l’adattamento ai suoi valori, opportunamente sterilizzati dalle caratteristiche negative, con adeguato travestimento imitativo, limitato solo alla derisione ed all’esaltazione dei vizi e difetti psicofisici. Il fantastico docente insisterà quindi pedagogicamente che, da quando è nato, nella notte dei tempi, ha migliorato progressivamente la sua condotta, ripudiando violenze sanguinose, aggressioni, pestaggi, vendette e saccheggi, assumendo diversi nomi e varie caratteristiche e benemerenze. Ringrazierà i cittadini di tutte quelle località sparse sulla terra che gli hanno fatto ottenere dall’Unesco, di cui noi siamo scuola della Rete associata, il prezioso riconoscimento di essere dichiarato solennemente patrimonio immateriale dell’umanità. Dalla stampa abbiamo appreso con orgoglioso compiacimento che finalmente anche la vicina Palma Campania  ha presentato la candidatura per le sue meravigliose tradizionali caratteristiche quadriglie. Ebbene, nonostante questi trionfi culturali, Carnevale si lamenterà che non sono pochi quelli che, celandosi nell’anonimato, si servono dolosamente dei suoi panni e maschera, in maniera disordinata e confusa. Senza adottare comportamenti critici e consapevoli, gli fanno affibbiare a torto falsi sentimenti e dinamiche affettive, nonché comportamenti estranei alla sua maschera che gli antichi, come Fedro e gli attori della sua epoca chiamavano persona, ossia volto senza cervello. Ma lui reclama di considerare il vocabolo nel significato pedagogico odierno come concetto che esprime la singolarità dell’uomo come cosciente di sé, che “si possiede per mezzo dell’intelligenza e della volontà”, portato per natura alla comunione sociale. Deplorerà, pertanto, che spesso gli vengono stravolti vissuti emozionali, legati alla sua sensata dignità cognitiva ed affettiva, rispettosa dei valori e della correttezza per non arrecare danni, pericoli e dispiaceri al prossimo con meccanismi malvagi, diabolici e senza regole e saggia moderazione. Chiederà di dargli ascolto empatico per festeggiare l’evento con ottimo umore folkloristico, culturale e educativo, ossia in modo costruttivo, edificante e responsabile, con regolazione degli effluvi di spensieratezza, per non cagionare danni alla dimensione interpersonale. All’uopo occorre illuminare la coscienza per moderare emozioni e comportamenti ed evitare ogni oscenità, atti istintivi ed esagerati impulsi sovvertitori ad agire, incompatibili con un equilibrato civismo alimentato dai valori. In effetti, il Carnevale diletta l’animo se evitiamo ogni scherzo licenzioso ed ogni perturbazione lesiva del normale rapporto ed armonia dell’io con la realtà, che esige comportamenti rispettosi dei valori etici sani e benefici, di contrasto a quelli antisociali. Su questa linea, noi montessoriani ed unescani lo festeggiamo come un efficace dispositivo culturale di divertimento e di difesa ludica nei confronti di sentimenti perturbatori dell’ordine costituto e come compenso alla mancata soddisfazione dei bisogni basilari.

Nei riguardi dell’educazione dei bambini e fanciulli la manifestazione carnevalesca ci è estremamente utile, soprattutto perché, come attività totale ludica, biologica, psicologica e sociale, non è mera finzione, ma totale dinamismo naturale e leale verso il mondo adulto e concorre ad accrescere l’autostima, essenziale per correggere il disagio prodotto dai sentimenti di inferiorità e di inadeguatezza e per consolidare felicemente l’altruismo e la reciproca comprensione. Si rivela, insomma, un eccellente evento che concorre, con i suoi meccanismi fantastici e creativi, ad arricchire l’esperienza sociale e le relazioni di solidarietà e rispetto della personalità degli altri mentre, per le sue caratteristiche favolose, aiuta le mascherine ad evadere dalla realtà per rifugiarsi in un mondo di sogni, che attutiscono con freno inibitorio le frustrazioni ed i condizionamenti ambientali, mediante la contentezza nel mettersi nei panni altrui col travestimento, esplorando e praticando in gruppo la cooperazione, addolcita dall’amore e cortesia, nel distinguere il bene dal male nel  comportamento umano, assumendola come regola e modello nel fugare ogni desiderio rimosso e sofferenza riduttrice della gioia e del benessere reciproco. In altri termini, il Carnevale è uno degli eventi culturali popolari che favoriscono gioiosamente l’esperienza diretta e fantastica del fare creativo nel gruppo, agevolando lo sviluppo della costruzione del ruolo sociale ossia la previsione del comportamento del bambino e  del fanciullo in relazione alla posizione comunitaria cui aspira, prendendo entusiastica coscienza del suo costruirsi come uomo dalla personalità morale che rispetta i principi e le regole della società anche nei divertimenti di natura  trasgressiva. Il tutto è compreso nella massima sul senso della misura e del giusto che ci ha lasciato per insegnamento universale il politico e giurista romano Eneo Domizio Ulpiano : Vivere con onestà, non danneggiare gli altri e dare a ciascuno il suo.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

Prof.Dott. ALESSANDRO SCOGNAMIGLIO

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