Auguri di Buona e Serena Pasqua 2014

11 Aprile, 2014 Archiviato in News

Lo stato di crisi in cui è precipitata la nostra società sta trascinando il popolo nel baratro della sfiducia in buona parte della classe dirigente, facendo svanire il mito del benessere e della qualità della vita personale ed associativa in cui si sperava fino a qualche decennio fa.

La riduzione progressiva della capacità economica sta mettendo a dura prova la sopravvivenza della famiglia. Talché si prospetta un futuro sempre più precario ed incerto se non s’interviene con appropriati provvedimenti dello Stato che mettano fine ai perversi fattori di indigenza e di deprivazione alienanti. Fra questi emerge funestamente la disoccupazione giovanile che costringe il 79% dei ragazzi tra i venti e i trenta anni a fare i “mammoni” o “bamboccioni” nella casa paterna.

Occorre, allora, subito impegnarsi nel pianificare e realizzare programmi concreti di crescita e di intervento culturale, politico, sociale, economico che, annullando ogni sperequazione e riducendo soprattutto sfacciati sperperi di spesa pubblica allegra e di malaffare, alleggeriscano nel contempo il carico fiscale e reprimano i fattori degeneri che alimentano le esasperanti tensioni esistenziali di diversa natura, dovute all’impoverimento del popolo depresso, avvilito, confuso e disorientato, che ha perso la fiducia in certe istituzioni lassiste e imperturbate. Si tratta di dare decisamente una svolta alle concrete opportunità di assicurare a tutti un dignitoso lavoro ed un equo salario, secondo i valori personali ed i principi etici più autentici della giustizia sociale, tali da rendere più umana la vita, assicurando il benessere personale e sociale anche al cinquanta per cento dei giovani, che non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro, ed all’innumerevole massa di malcapitati che quotidianamente è costretta ad uscirne. Secondo i dati Istat nel mese di febbraio si sono persi 39mila posti di lavoro.

E non c’è occasione propizia migliore della Santa Pasqua per unirci tutti, senza nessuna distinzione, in fratellanza ed umanità, e chiedere a Cristo Signore, il quale risorgendo ci ha liberati dalla morte per amore, di  farci sempre sperare  nel Suo prodigioso intervento. A Lui il quale con la morte e la resurrezione ha trasformato la morte in vita, chiediamo di convertire coloro che, ossessionati dalla superbia, dall’egoismo e dalla malvagità diabolica del potere perverso, senza ideali e senza fede e carità fraterna, si nutrono del male, dell’odio e dell’empio disprezzo di quell’amore divino misericordioso che ci ha liberati dalla schiavitù del peccato.

Al Figlio di Dio, il quale ha aperto a chi è disponibile un futuro di speranza e di beatitudine eterna, chiediamo di far fiorire nei cuori resi aridi dai privilegi, dall’avidità e dall’iniquità il seme della fratellanza, della pace e della solidarietà, assicurando a tutti l’equa e giusta ripartizione delle risorse e delle possibilità sociali.

Su questa linea, ci associamo al Papa Francesco il quale, con profonda commozione, si rivolge ai mafiosi allorché implora loro: “Per favore cambiate vita, convertitevi, fermatevi di fare il male.Ve lo chiedo in ginocchio per il vostro bene…Convertitevi. C’è ancora tempo per non finire nell’inferno”. Inoltre, concentrandosi sulle caste, invita loro ad aprirsi all’amore, senza caricare sul popolo che soffre pesi che esse non sfiorano neppure con un dito. Come pure riserva un severo ammonimento ai politici corrotti durante l’omelia della messa celebrata di buon mattino per i 518 parlamentari il 27 marzo scorso, precisando che i peccatori pentiti sono perdonati perché si aprono a Dio ed al popolo. Per i corrotti, invece, non c’è scampo all’inferno in quanto non possono pentirsi perché sono attaccati al loro errore che impedisce ad essi di aprirsi a Dio. E’ gente dal cuore indurito, insensibile ai bisogni del popolo che soffre. “ E’ tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore, sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato sulle sue cose”, perciò rifiuta di andare per la strada della salvezza.

E noi montessoriani, impegnati a lottare con la Rete mondiale delle Scuole Associate all’UNESCO per il trionfo del primato della dignità umana mediante la diffusione della cultura e l’educazione dei giovani alla giustizia, alla libertà ed alla pace, ci associamo al Pontefice nel propugnare che soprattutto la classe dirigente ha dei doveri sacri da adempiere in uno spirito di mutua assistenza, fondata sulla solidarietà intellettuale, morale ed esistenziale, senza distinzione di razza, di ceto, di sesso, di lingua e di religione.

Con questo spirito universale auguriamo a tutti, credenti e non credenti, una Santa Pasqua che sia allietata dalla speranza che la grazia di Dio possa sollecitamente convertire i corrotti ad accettare il Suo amore al bene comune, alleviando così la situazione di degrado e di miseria del popolo che soffre frustrato e maltrattato.

Il Dirigente Scolastico

Alessandro Scognamiglio

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